domenica 7 agosto 2016

I numeri non sono parole. Si possono manipolare comunque e avere risultati prevedibili. Spesso li uso per proiezioni cabalistiche. L'illusione di rendere prevedibile un futuro. Eppure il mio tempo è collassato da anni.

Ieri ho di nuovo riconosciuto me stesso bambino camminare assorto lungo un marciapiede. I capelli castani spettinati dai sogni, il treno in corsa per le fughe continue dal mondo.
Procede dondolando a sinistra e a destra. Il sole del tardo pomeriggio di marzo lentamente allunga la sua ombra. Mi piace camminare senza meta verso il sole che tramonta.

Inciso.
Una donna passa accanto al mio io adulto. Mi sfiora. Avrà circa quarant'anni, è un poco più giovane di me. È magra. Ha il volto scavato. Anche il suo cuore lo è. Istintivamente le tendo la mano, ma i suoi occhi sono altrove.

Intanto il bambino che ero è scomparso. Deve aver girato l'angolo in fondo alla strada.
Ma in realtà anche la strada è scomparsa.

1 commento:

daunfiore ha detto...
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