Guardo le dita della mia mano muoversi. Muovo le dita della mia mano e intanto le guardo. Sono io, mi dico, cercando di convincermi di essere e di essere anche capace di decidere almeno il movimento dei miei arti. La mano che afferra o che lascia cadere, se lo voglio. E un passo dietro l’altro, verso una direzione qualunque.
Qualcuno ha calcolato che le probabilità di venire al mondo sono prossime a zero, specificando anche di non aver considerato tutte le possibili variabili; una conferma non necessaria di qualcosa di ovvio. Se posso credere al movimento di queste mie dita, posso ammettere l’esistenza di qualsiasi cosa. Soprattutto posso ammettere la non esistenza, l’illusione.
Nessun commento:
Posta un commento