sabato 9 novembre 2019


Autoritratto
Un uomo di spalle. Il tronco nudo, pelle scura coperta da peli. La schiena leggermente curva. Pantaloni di un pigiama a righe che scendono sopra i talloni. I capelli in disordine, con qualche filo bianco, mostrano la calvizie incipiente. 
È in una stanza illuminata artificialmente, immobile d’avanti a una finestra coperta da una tenda. Impossibile vedere l’esterno. Sulla tenda chiazze di sole, segno di un giorno mite di metà autunno.

Fotomontaggio 
Lei viene ritratta posta dietro di lui, in uno slancio dove tende le braccia per afferragli il polso sinistro, nell’istante esatto in cui l’uomo pensa che sarebbe rimasto lì per sempre.

Epilogo
Al contatto delle mani di lei, la testa dell’uomo si gira di centottanta gradi. Ha le orbite vuote. I globi oculari sono rimasti dov’erano, sospesi nel vuoto, fissi sulla tenda e le macchie di sole

Sipario 
La tenda si apre. La finestra ha grosse sbarre. Dietro un piccolo orto e una pianta con grossi fiori rossi. Dietro la pianta una rete metallica sormontata da filo spinato.
Di lato, sul davanzale della finestra, c’è un grosso gatto. Ha il manto bianco e il muso di due colori, metà bianco e metà nero; il confine tra i due colori e netto e passa esattamente al centro del muso. Il gatto guarda gli occhi dell’uomo che guardano quasi con disprezzo.

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